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Recensione: Omaggio a Charles Darwin

1BRUNO MASSA (a cura di):  Omaggio a Charles Darwin. 1809-2009: ducento anni di evoluzionismo. Kalòs ed., Palermo, 146 pp. 15,00 €.

L’iniziativa promossa dall’Università di Palermo in occasione del bicentenario della nascita di Charles Darwin, un ciclo di seminari tenutosi nell’aula magna di Palazzo Steri e intitolato “1809- 2009: duecento anni di evoluzionismo”, si traduce oggi in “Omaggio a Charles Darwin”, un pregevole libro pubblicato dalla casa editrice Kalós (Palermo, 2010) e curato da Bruno Massa, che raccoglie i contributi di otto autori (e relatori) dedicati a vari aspetti del darwinismo e, in generale, delle teorie scientifiche dell’evoluzione. Preceduto dalla presentazione di Valerio Agnesi e da una prefazione di Giuseppe Barbera, Luca Sineo propone un excursus di due secoli di evoluzionismo, selezionando eventi cruciali e i loro anniversari con cadenza cinquantennale: la nascita di Darwin e la contemporanea pubblicazione della “Philosopie zoologique” di Jean-Baptiste Lamarck, nel 1809; quella della prima edizione dell’“Origin of Species”, nel 1859; i rispettivi anniversari del 1909, circoscritti all’austero entourage accademico francese e a quello di un manipolo di irriducibili darwinisti, appena preceduti – però – dal battesimo di una nuova disciplina, la genetica, il cui supporto risulterà fondamentale nel progresso della biologia evoluzionistica. Suggestivamente cabalistica, tale rassegna, che si conclude nel 1959 con il pionieristico lavoro di Byron H. Waksman sull’ecologia umana, trova probabilmente un limite nell’eccessiva sintesi degli accenni alle numerose tappe intermedie di maggiore rilievo, che vanno dalla riscoperta degli studi di Mendel alla descrizione della doppia elica ad opera di Watson e Crick. Coraggioso è senz’altro il contributo apertamente neolamarckiano dove Ernesto Burgio affronta una disamina delle influenze ambientali sulle caratteristiche genetiche e fenotipiche degli organismi; tale modello, contrapposto a quello darwinista nel quale l’ambiente esercita un ruolo selettivo, viene riproposto alla luce di recenti risultati scientifici (p.e. quelli sui retrovirus) che, senza dubbio, pongono stimolanti interrogativi, anche sulla possibile incidenza delle trasformazioni ambientali nel futuro della nostra specie. A Telmo Pievani, una delle massime autorità nel campo degli studi su Darwin, è affidata una rassegna dei taccuini scritti tra il 1836 e il 1844 dal grande naturalista inglese, dove si ripercorrono le principali tappe della graduale sedimentazione di idee e intuizioni che, quindici anni più tardi, lo porterà a formulare il concetto di “selezione naturale”; le testi- monianze giovanili ci rivelano anche dubbi, timori e contraddizioni che rendono più umano il profilo dello scienziato che David Quammen, opportunamente, ha definito the reluctant evolutionist. Il termine “evoluzione” e il suo innesto nel linguaggio della società vengono sottoposti a un’ana- lisi quasi semantica, che a partire da alcune delle sue accezioni diffuse tra gli autori pre-darwinisti, Barbara Continenza spinge fino alla più recente storia del dibattito evoluzionista. A diversa scala di dettaglio, questo tema viene ripreso da Mario La Farina, che privilegia le relazioni tra teoria evoluzionistica e genetica, indagando le ragioni dell’indifferenza – quando non addirittura dell’ostilità – con la quale la comunità scientifica ha accolto in un primo tempo i risultati degli studi di Gregor Johann Mendel; ragioni che, probabilmente, penalizzarono lo stesso Darwin, a cui il monaco ceco aveva inviato il proprio lavoro, ma nel quale il naturalista inglese evidentemente non ravvide le potenziali connessioni con il punto debole della propria teoria, ovvero i meccanismi della trasmissione dei caratteri ereditari. Bruno Massa conferisce all’anniversario un sapore apparentemente panormita, ma che riveste una valenza ben più ampia, come aveva già fatto nel 1990 curando la stesura di un supplemento de “Il Naturalista siciliano” dedicato alla figura e all’opera di George Evelyn Hutchinson: nel 2009, infatti, si celebrava anche il cinquantenario della pubblicazione di un artico- lo fondamentale dell’ecologo anglo-americano, “Homage to Santa Rosalia, or why are there so many kinds of animals?”, apparso su “American Naturalist”. Le implicazioni di osservazioni di campo condotte a breve distanza dal santuario della patrona di Palermo portano Hutchinson a formulare basi teoriche su argomenti di rilievo quali la nicchia ecologica, le catene alimentari, la diversità delle specie e l’esclusione competitiva, che costituiscono tuttora fondamenti dell’ecologia evoluzionistica e che ne hanno positivamente influenzato lo sviluppo successivo; non a caso, Massa riporta nella documentata bibliografia decine di lavori che fanno riferimento proprio a Santa Rosalia. Infine, un interessante contributo, ricco di dati originali, si deve a David Caramelli e Lucio Milani, che hanno fornito una rassegna aggiornata delle conoscenze disponibili sulle relazioni genetiche tra Homo sapiens e Homo neanderthalensis, aspetto tra i più problematici della paleoantropologia, alla luce dei più moderni studi condotti sul DNA antico. In conclusione, il libro racconta alcune tra le varie sfaccettature del processo, lungo ed elaborato, attraverso il quale si è corroborata la teoria evolutiva darwiniana e che ha positivamente influenzato il pensiero scientifico – ma non solo quello scientifico – moderno. Già questo basterebbe a consigliare vivamente quella che, grazie alla capacità espressiva e alla ricchezza di argomenti proposta dagli autori, rappresenta una lettura gradevole e densa di informazioni. Ma non si può non aggiungere come un libro del genere, in un momento nel quale l’università italiana attraversa una delle fasi certamente più critiche della propria esistenza e rischia di smarrire il senso stesso del proprio ruolo di istituzione culturale, rappresenti un segno tangibile di vitalità, che ne rivela la capacità – a dispetto di scarsi mezzi e di abitudini da trincea – di saper catalizzare ancora l’attenzione su temi di gran- de respiro, come quella straordinaria impresa collettiva alla base di uno dei maggiori avanzamenti del sapere, rappresentata dalla nascita e dal progresso delle teorie evoluzioniste.

PIETRO LO CASCIO